DOMANDA
Buongiorno, ho 46 anni. diabete tipo 2 e obesità lieve. Ho letto che per il trattamento dell'obesità si usano anche le tecniche cognitivo-comportamentali. In cosa consistono realmente? Sono dei test? quali? Li fanno tutti gli psicologi? Sono effettivamente utili a suo parere?

Grazie per la risposta.
D.
RISPOSTA:
SPECIALISTA: Dott.ssa Simona Novi SEZIONE: Psicologo Psicoterapeuta
DATA: 28 Maggio 2018
Gentile utente,
parto da una precisazione: in Italia esistono più di 300 scuole di psicoterapia; ognuna prova ad esaminare le problematiche dei soggetti da punti di vista differenti. Non esiste un metodo migliore rispetto a un altro, come anche stabilito dall'APA ( American Psychiatric Association). Ciò che fa la differenza è l'alleanza terapeutica che si stabilisce tra terapeuta e paziente; in parole semplici, la sintonia che si riesce a stabilire col proprio terapeuta. Quali sono gli altri elementi :

- una corretta analisi della domanda (capire quale sia il problema reale del paziente, al di là delle parole che proferisce);

- la personalità stessa del terapeuta e il modo in cui riesca ad essere incisiva sull'altro.

Rispetto alle tecniche di cui mi ha parlato, il presupposto da cui si parte, nel metodo cognitivo-comportamentale è che alla base dei nostri comportamenti e delle nostre emozioni ci siano degli schemi mentali automatici, disfunzionali e sui quali si possa incidere per modificarli, attraverso la terapia. Come? Ecco, alcuni esempi di tecniche:
- la BILANCIA DECISIONALE (quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell'intraprendere un percorso di cambiamento?);
- il DIARIO ALIMENTARE (quali sono i pensieri e le emozioni che precedono il momento del pasto, quelli durante il pasto stesso e quelli dopo?);
- l’AUTOMONITORAGGIO DEL PESO (con tabella settimanale e grafico mensile)
- TECNICHE che possano aiutare il soggetto a MODIFICARE IL MODO DI FARE LA SPESA, evitare di stare a lungo a tavola dopo i pasti o conservare cibi avanzati, così da monitorare in modo più corretto la quantità di cibo (calorie) assunto;
- capire chi sono i NOSTRI ALLEATI, intesi come alleati interni ed esterni (luoghi, persone, circostanze, contesti) che ci facilitano oppure ci svantaggiano nel controllo del cibo che assumiamo;
- RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA (potenziare la consapevolezza della connessione che esiste tra pensieri, emozioni e comportamenti, in pratica se mi nutro male, è perché probabilmente non mi amo abbastanza e devo capire i motivi per cui non mi amo e lavorarci psicologicamente.

Non tutti gli psicoterapeuti applicano queste tecniche, dipende dalla loro formazione. Io le applico perché ho seguito un master specifico ma ribadisco non è questo che fa la differenza nel successo di un trattamento. Certo queste tecniche sono molto utili e ci sono molti studi che lo dimostrano, ma non lo sarebbero se non ci fossero altri elementi essenziali, ossia: il suo impegno, la costanza, la motivazione, il sacrificio, "quanto si è disposti a spendersi" e ovviamente il livello di sintonia e di conseguenza la qualità dell' alleanza terapeutica che si riesce a creare col terapeuta. Questa non dipende ASSOLUTAMENTE dall'indirizzo di formazione teorica del professionista a cui si rivolge, in parole semplici, lei potrebbe incontrare un terapeuta con formazione cognitivo-comportamentale col quale non si riesce a strutturare una buona sintonia...
Per cui se crede cerchi anche uno psicoterapeuta con questa specifica formazione ma non consideri queste tecniche come la condizione sufficiente per un trattamento di successo.... valuti anche cosa sia disposta a metterci lei, sarà in particolar modo questo che farà la differenza! In bocca al lupo !

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