DOMANDA
DIABETE E IMPOTENZA - Vorrei sapere quali sono i metodi per risolvere l'impotenza.
RISPOSTA:
SPECIALISTA: Dott.ssa Simona Novi SEZIONE: Psicologo Psicoterapeuta
DATA: 29 Settembre 2015
Gentile utente, mi preme sottolineare come il diabete rappresenti una malattia dai molteplici aspetti che rende sempre necessaria una visione multidimensionale. Ciascun problema o difficoltà che comporta presenta il vantaggio di poter essere “indagata” sotto diverse lenti specialistiche (medico, psicologo, urologo). E’ questo il caso dell’insorgenza di difficoltà di erezione. Dopo questa doverosa premessa, vorrei portarla a riflettere sulla differenza che passa tra l’impotenza e il “fantasma” dell’impotenza. E’ un fatto reale che il diabete possa comportare, tra le possibili conseguenze, delle difficoltà nella sfera sessuale, sia negli uomini (erezione) che nelle donne diabetiche (lubrificazione). Ma occorre differenziare quello che è l'evento: “difficoltà di erezione”, da ciò che esso rappresenta per chi lo vive e quindi dalla paura che possa, eventualmente, manifestarsi. Di sicuro però oltre che il versante organico, questo problema chiama in causa anche ed in particolar modo il fattore psicologico. Da questo punto di vista, i comportamenti potenzialmente dannosi, che spesso vengono adottati, si configurano con la negazione, da un lato oppure, dall’altro, con l’amplificazione o ancora con l’anticipazione di un problema reale ma non ancora o non necessariamente presente che si traduce con la paura dell'impotenza.

Di per sé, le difficoltà di erezione possono manifestarsi dapprima in maniera saltuaria e occasionale, oppure "selettiva" (solo con alcune donne, in maggiore misura per rapporti occasionali) per poi necessitare di cure farmacologiche solo dopo diversi anni dalle iniziali difficoltà (dopo accurati controlli medici). Per cui determinante diventa, non il fatto che la difficoltà si manifesti, ma il modo in cui ad essa si reagisce.

L’intimità è dapprima una questione mentale, è soprattutto un incontro di menti e di anime, ma questo gap, tra intimità fisica e mentale, diventa particolarmente importante nel caso di soggetti diabetici. Con questo, intendo dire, che molte delle difficoltà riscontrabili, (oltre che dal fattore meramente fisico) sono generate, da una mancanza di dialogo, di comunicazione nella coppia, dal non accettare l’eventuale problema, dal temere che si presenti, dall’adozione di condotte di evitamento, dal tacito assenso sulla diradazione degli incontri sessuali per sfuggire all'eventuale frustrazione del fallimento; in ultima analisi, il “fantasma” del soggetto diabetico, diventa il “fantasma” della coppia. Per questo, diventa focale il ruolo della propria partner e della qualità della relazione che con lei si è stabilita nel tempo, in termini di condivisione delle proprie paure e angosce ed in termini di accettazione della malattia. La propria partner deve cioè essere compagna di vita ma non sarà chiamata ad assecondare le paure e le angosce ma anzi dovrà aiutare a contrastarle. Le difficoltà che potranno manifestarsi dipenderanno anche da quanto il soggetto si sentirà accolto, da quanto lui stesso sarà abile ad accogliersi e da quanto avrà più o meno paura di essere abbandonato o rifiutato.

Una diagnosi precoce e l'adozione di stili di vita funzionali con evitamento di condotte disfunzionali (abuso di fumo, alcool, droghe) rappresentano altri due elementi importanti per una corretta gestione della problematica.