DOMANDA
PERENNE STATO D'ANSIA - Salve, sono diabetica di tipo 2 da alcuni anni e soffro di ansia..... Che cosa posso fare?
RISPOSTA:
SPECIALISTA: Dott.ssa Simona Novi SEZIONE: Psicologo Psicoterapeuta
DATA: 09 Ottobre 2015
Gentile utente, la prima cosa da dire è che esiste un’ansia fisiologica che è positiva perché è quella che ci consente di non arrivare in ritardo al lavoro, di trovare una maggiore concentrazione o spinta nel fare le cose, di rispettare i nostri obblighi; esiste poi un’ansia patologica che mina il nostro funzionamento globale, non ci consente di vivere la nostra vita quotidiana con tranquillità e ci fa sentire costantemente in uno stato di allarme che diventa estremamente penoso per chi lo sperimenta.
A livello cognitivo l’ansia rappresenta la penosa attesa, che un certo evento, considerato drammatico dal soggetto, si verifichi (non di rado si ha paura della propria ansia).
Ad un primo superficiale livello di analisi, comincio col dirle che l’ansia rappresenta uno stato di attivazione, che può manifestarsi in due modi: a livello psichico (senso di tensione, di irritabilità, di stancabilità , di incapacità a concentrarsi, difficoltà di memoria) e a livello somatico (tachicardia, nausea, vomito, senso di soffocamento).
Ad un secondo, più profondo livello di analisi, l’ansia rappresenta l’espressione esterna di una paura non elaborata o più specificatamente è l’espressione di un conflitto interiore che il soggetto vive intorno a due emozioni fortemente in contrasto tra loro, ossia la paura e il coraggio.
Il mondo esterno, verrà da un lato vissuto come fonte di pericolo e talvolta anche la stessa espressione delle emozioni lo sarà. Questa percezione renderà la persona ansiosa, particolarmente vulnerabile e di conseguenza alla ricerca di rassicurazioni e protezione.
Ma dall’altro lato, il soggetto ansioso vivrà costantemente nel desiderio di essere libero e indipendente ovvero autonomo, per cui vivrà il suo senso di dipendenza come avvilente e fortemente lesivo dell’immagine di sé stesso.
Molto importante sarà considerare la fase del ciclo di vita che la persona che sperimenta ansia, si appresta ad attraversare. Infatti, non di rado, l’ansia si manifesta in momenti topici, in fasi di passaggio della vita di ognuno di noi, dove si va incontro a qualcosa di inedito che non si sa bene come approcciare ( passaggio dalle scuole superiori all’università, dal momento in cui si è figli a quello in cui si diventa genitori, nel momento dello svincolo, ovvero del progressivo distanziamento dai genitori, in occasione dell’ingresso nel mondo del lavoro).
Molto importante sarà l’interpretazione che il soggetto attribuisce alla sua ansia. Molto spesso il vissuto ansioso è particolarmente fastidioso,perché connesso ad una sperimentazione di impotenza, di bassa autostima a sua volta connessa ad una facile influenzabilità da parte del giudizio altrui.
Io le restituisco alcune mie metafore su che cosa sia l’ansia, le propongo di fare questo stesso esercizio da sola…
L’ansia è una gabbia in cui ci rinchiudiamo,
è un antifurto sempre acceso,
è un messaggio che il nostro corpo ci lancia,
è la risultante di un groviglio di emozioni che non riusciamo a verbalizzare.
L’ansia è la spinta a concentrarci su di noi, a fermarci un attimo e a chiederci dove stiamo andando e se il posto in cui stiamo andando è quello in cui vorremmo essere.
L’ansia non va alimentata, non va sfidata, l’ansia va ascoltata.
Ascolti la sua ansia e si domandi perché ne ha bisogno, a cosa le serve … approfondisca, potenziando il tempo che dedica a lei e all’ esplorazione dei suoi vissuti emotivi.