Gentile utente, Il diabete è una malattia che richiederebbe un inquadramento multidimensionale, da parte di un team di specialisti che si interfaccino, costantemente, tra loro e col paziente (medico, diabetologo, nutrizionista, psicologo). Infatti, dal punto di vista psicologico, nel momento in cui si riceve una diagnosi di diabete, si attivano un insieme di risposte psicologiche che rappresentano le diagnosi che lo stesso paziente fa a sé stesso: paura del rifiuto, negazione o amplificazione della problematica, senso di abbandono e solitudine.
La sintomatologia emergente, influenzando notevolmente il naturale stile di vita del soggetto, interferisce sul livello di gratificazione personale, sulla progettualità futura, sulla speranza, sugli stati umorali, sull’autostima.
Sul piano emotivo, si è colti da un tumulto di emozioni.: la rabbia, la paura, la tristezza e anche l’ansia.
Ma, la prima cosa da chiedersi quando ci si interfaccia con l’ansia è se essa abbia, sempre e irrimediabilmente, una valenza negativa. Infatti, cercando di abbattere le negatività e di pensare in termini positivi e propositivi, si può provare a "ri- concettualizzare" l’ansia come stimolo per mantenere alto e attivo il controllo sui valori fisiologici.
A questo punto diventano necessarie delle domande:
- Quante alternative le lascia la sua ansia? ( non esce, non lavora bene come prima, non sta più bene col suo partner e con gli amici)?
- Lei mi ha scritto che il diabete le è stato diagnosticato un anno fa e che soltanto in questo ultimo periodo è sopraggiunta quest’ansia, è accaduto qualcosa in questo lasso di tempo, che le sia apparso, apparentemente secondario, ma che può avere dei legami con la sua ansia?
- Rifletta attentamente su questa domanda : l’ansia ha per lei un vantaggio?
Le fornirò qualche esempio per essere più chiara:
- Quando sono ansiosa ho un alibi per non affrontare il mio problema, adottando i comportamenti adeguati che il medico mi ha prescritto
- Quando sono in ansia tutti (amici, parenti, partner) mi stanno intorno, come fossi una bambina
- L’ansia mi consente di non affrontare le mie paure, perché mi rinchiudo in una sorta di gabbia che mi impedisce di fare le cose che devo e di affrontare la dura realtà.
Tenga conto che ciascuno di noi dispone di strategie di fronteggiamento delle difficoltà ma alcune sono disfunzionali ossia si rivelano inadeguate e peggiorative della problematica invece che migliorative.
Un adeguato percorso di supporto psicologico potrebbe servirle proprio a questo.
Ad esempio, lei come affronta, la sua ansia, come la gestisce, quali strategie adotta per fronteggiarla?
Gentile utente, se vorrà, potrà rispondere alle mie domande, ma la cosa che più conta è che risponda a sé stessa.
Nel salutarla le auguro buon anno.
Dott.ssa SimonaNovi
|