DOMANDA
DIABETE E DISTURBI SESSUALI /ASPETTI PSICOLOGICI
Buona sera. Volevo chiedere consigli sull'aspetto psicologico per quel che concerne l'influenza che il diabete ha sulla sfera sessuale. Sono diabetico da circa 15 anni, da 8-9 ho difficoltà di erezione che riesco a migliorare con un farmaco consigliatomi dal mio diabetologo.
RISPOSTA:
SPECIALISTA: Dott.ssa Simona Novi SEZIONE: Psicologo Psicoterapeuta
DATA: 12 Gennaio 2016
Gentile utente, l’intimità è dapprima una questione mentale, è soprattutto un incontro di menti e di anime, ma questo gap, tra intimità fisica e mentale, diventa particolarmente importante nel caso di soggetti diabetici. Con questo, intendo dire, che molte delle difficoltà riscontrabili (oltre che dal fattore meramente fisico) sono generate, da una mancanza di dialogo, di comunicazione nella coppia, dal non accettare l’eventuale problema, dal temere che si presenti, dall’adozione di condotte di evitamento, dal tacito assenso sulla diradazione degli incontri sessuali per sfuggire all'eventuale frustrazione del fallimento; in ultima analisi, il “fantasma” del soggetto diabetico, può erroneamente diventare il “fantasma” della coppia.
Per questo, diventa focale il ruolo della propria partner e della qualità della relazione che con lei si è stabilita nel tempo, in termini di condivisione delle proprie paure e angosce ed in termini di accettazione del diabete stesso.
La propria partner dovrebbe cioè essere compagna di vita ma non sarà chiamata ad assecondare le paure e le angosce ma anzi dovrà aiutare a contrastarle. Le difficoltà che potranno manifestarsi dipenderanno anche da quanto il soggetto si sentirà accolto, da quanto lui stesso sarà abile ad accogliersi e da quanto avrà più o meno paura di essere abbandonato o rifiutato.
Nella mia pratica clinica, riscontro sovente, difficoltà ad affrontare questa problematica con i pazienti, perché spesso incontro delle resistenze, delle condotte di evitamento e di mancata accettazione della problematica in atto.
Nel suo caso, invece ho altre sensazioni. Credo che stia adottando le strategie giuste e questo perché, prima di tutto ne ha già parlato con il suo medico, sta seguendo una terapia di supporto farmacologico, ma avverto il bisogno di approfondire la tematica, anche dal punto di vista psicologico e con questo intendo:
- abbassamento del tono dell’umore, eventualmente presente, ansia da prestazione, paura di fallire, senso di colpa, lesione dell’immagine di sé stesso.
Tutte queste tematiche sarebbero eventualmente da approfondire in un percorso personale di terapia di supporto psicologico ed eventualmente le consiglio in un secondo momento di riflettere sull’eventualità di coinvolgere anche la sua compagna, se ne ha una fissa. Questo perché il problema è sicuramente dapprima certamente suo, ma anche della coppia.
Determinante per affrontare questo problema, diventa, quindi, non il fatto che la difficoltà si manifesti, ma il modo in cui ad essa si reagisce.
Di per sé, le difficoltà di erezione possono manifestarsi dapprima in maniera saltuaria e occasionale, oppure "selettiva" solo con alcune donne, in maggiore misura per rapporti occasionali. Non conosco la sua situazione, ma la invito anche a riflettere su questo aspetto:
- Ha una compagna fissa, le capita di avere difficoltà con lei, oppure con altre con cui ha rapporti occasionali?
- Quanto si sente “minacciato” dal suo problema, in termini di stima verso sé stesso?
- Quando incontra una nuova compagna, oppure con la sua compagna fissa, ha paura di sentirsi rifiutato, non amato, non accolto?

Ci tengo a sottolineare come, anche nel caso della disfunzione erettile, la prevenzione sia essenziale.
Voglio rassicurarla su quanto questa complicanza, intimamente vissuta come insormontabile, sia invece gestibile, oltre che sul versante farmacologico, anche con il supporto di uno specialista psicologo/ psicoterapeuta.
Quali dunque i comportamenti da adottare che possono fungere da fattori protettivi per una corretta gestione della problematica :
• diagnosi precoce,
• terapia tempestiva,
• controllo metabolico ottimale
• adozione di stili di vita funzionali
• evitamento di condotte disfunzionali (abuso di fumo, alcool, droghe) .

Saluti.
Dott.ssa Novi