Gentile utente,
I leader di questo gruppo, hanno già gestito altri gruppi? Che conoscenza hanno della patologia del bambino? Da cosa ha dedotto che fossero reticenti? L’hanno detto espressamente oppure è stata una sua “proiezione”?
Questi elementi sono essenziali per darle una risposta esaustiva. Premetto che la mia risposta concerne soltanto gli aspetti psicologici, e da questo punto di vista è essenziale che il bambino non si percepisca diverso dagli altri. Mi rendo perfettamente conto che questo vuol dire vivere maggiori ansie e angosce per voi genitori, ma le posso già dire che sono contenta di sentire che frequenti un gruppo di scout, è un’attività importantissima per la socializzazione, per lo sviluppo dell’autostima del suo piccolo. Le famiglie di bambini diabetici, spesso necessitano di essere supportate, ad essere propositive verso il futuro del proprio bambino. L’educazione deve essere mirata all’autosufficienza, alla normalizzazione, per poter insegnare al proprio figlio, in un clima armonioso e affettuoso con stima reciproca tra i coniugi a riuscire col tempo a gestire la patologia in maniera autonoma. Lei è senza dubbio una mamma coraggiosa, una mamma che mi scrive perché già sa quale sia la cosa giusta, ma vuole essere (comprensibilmente) incoraggiata.
Voglio dirle, che sicuramente col suo atteggiamento esortativo sta facendo il bene del suo bambino. Gli atteggiamenti iperprotettivi, rifiutanti, patologizzanti dei genitori possono riverberarsi in difficoltà di adattamento sociale e psicologico sui bambini, che saranno gli adolescenti e gli adulti di domani. Per cui, è importante, comprendere non solo le regole e i limiti che questa malattia porta con sé, ma anche essere guidati nel poter condurre uno stile di vita psicologicamente sano. Il mio consiglio è quello, dal punto di vista psicologico, di evitare gli evitamenti, gli isolamenti, le esclusioni. Sa bene che i bambini vivono in questa fase della crescita, tutto ciò che è diverso con sfumature negative.
Ovviamente, le consiglio di consultare anche il diabetologo, sugli aspetti prettamente medici ( ipo-iper glicemie).
Di sicuro, da un punto di vista psicologico, l’autonomia, si acquisisce, transitando per la “dipendenza” e accettando le insicurezze e i dubbi che comporta.
Per cui non si perda d’animo, consulti anche il diabetologo e mi faccia sapere.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Novi
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