DOMANDA
DIABETE TIPO 2, SESSUALITA' E RELAZIONE DI COPPIA
"Da quando ho scoperto di avere il diabete di tipo 2, non ho più una vita sessuale soddisfacente., nonostante l'aiuto dei farmaci. Il problema è forse dovuto anche alla disattenzione della partner? Che cosa mi consiglia?
RISPOSTA:
SPECIALISTA: Dott.ssa Simona Novi SEZIONE: Psicologo Psicoterapeuta
DATA: 06 Agosto 2016
Gentile utente, l’intimità è dapprima una questione mentale, è soprattutto un incontro di menti e di anime, ma questo gap, tra intimità fisica e mentale, diventa particolarmente importante nel caso di soggetti diabetici. Con questo, intendo dire, che molte delle difficoltà riscontrabili, (oltre che dal fattore meramente fisico) sono generate, da una mancanza di dialogo, di comunicazione nella coppia, dal non accettare l’eventuale problema, dal temere che si presenti, dall’adozione di condotte di evitamento, dal tacito assenso sulla diradazione degli incontri sessuali per sfuggire alla eventuale frustrazione del fallimento; in ultima analisi, il “fantasma” del soggetto diabetico, può erroneamente diventare il “fantasma” della coppia.
Lei ad esempio parla di disattenzione da parte della sua compagna, ma che cosa intende con questo? Si “evitano” i rapporti ? Si ha timore di “fallire”?
Il ruolo della propria partner e della qualità della relazione che con lei si è stabilita nel tempo, in termini di condivisione delle proprie paure e angosce ed in termini di accettazione del diabete stesso, diventa focale nella gestione della problematica.
La propria partner deve cioè essere compagna di vita ma non sarà chiamata ad assecondare le paure e le angosce ma anzi dovrà aiutare a contrastarle.
Le difficoltà che potranno manifestarsi dipenderanno anche da quanto il soggetto si sentirà accolto, da quanto lui stesso sarà abile ad accogliersi e da quanto avrà più o meno paura di essere abbandonato o rifiutato.
Nella mia pratica clinica, riscontro sovente, difficoltà ad affrontare questa problematica con i pazienti, perché spesso incontro delle resistenze, delle condotte di evitamento e di mancata accettazione della problematica in atto.
Ci tengo a sottolineare come, anche nel caso della disfunzione erettile, la prevenzione sia essenziale.
Voglio rassicurarla su quanto questa complicanza, intimamente vissuta come insormontabile, sia invece gestibile, oltre che sul versante farmacologico, anche con il supporto di uno specialista psicologo/ psicoterapeuta.
Quali dunque i comportamenti da adottare che possono fungere da fattori protettivi per una corretta gestione della problematica :
• diagnosi precoce,
• terapia tempestiva,
• controllo metabolico ottimale
• adozione di stili di vita funzionali
• evitamento di condotte disfunzionali (abuso di fumo, alcool, droghe) .
Nel suo caso, credo prima di tutto, che sia ottimo il fatto che stia seguendo una terapia di supporto farmacologico, ma avverto il bisogno che ha di approfondire la tematica, anche dal punto di vista psicologico e con questo intendo anche la possibilità di una terapia di coppia. Questo perché il “problema” è sicuramente dapprima suo, ma ha dei forti riverberi anche sulla coppia stessa. Determinante per affrontare questo problema, diventa pertanto, il modo in cui ad esso si reagisce. Provi a parlare apertamente con la sua compagna e a proporle una terapia di coppia.