Gentile utente, la gestione della glicemia e dunque della terapia insulinica multiiniettiva in rapporto all’ attività fisica è piuttosto articolata, dovendo tenere conto di diverse variabili:
- livello glicemico di partenza
- tipo e durata di attività fisica svolta (fattori che influenzano la portata stessa dell’effetto ipoglicemizzante, notoriamente associato all’attività fisica, durante e dopo il suo svolgimento)
- tempo intercorso dall’ultimo pasto e tipo di pasto e dall’ultima somministrazione di insulina
- tipo di insulina utilizzata
- grado di allenamento e sensibilità insulinica soggettivi.
Con tali premesse, indicare come desiderabile un range di partenza che sarà comunque soggetto a modifiche sulla base di tutte queste variabili risulta di relativa utilità, decisamente più semplice circoscrivere le situazioni per le quali è bene non iniziare attività fisica ed attuare alcuni provvedimenti preliminari.
In tal senso e con la massima generalizzazione, è bene evitare di iniziare l’esercizio fisico in presenza di una glicemia superiore a 300 mg/dl o superiore a 250 mg/dl più presenza di chetonuria e procedere a un supplemento di insulina, così come è bene assumere preventivamente carboidrati (in quantitativo variabile e proporzionale all’intensità dell’esercizio fisico) se il valore di glicemia di partenza è < 100 mg/dl.
Per i valori compresi tra questi due estremi potrà essere necessario assumere carboidrati in corso di attività fisica, sempre considerandone intensità e durata.
Se l’esercizio è praticato durante il picco d’azione dell’insulina rapida che ne precede lo svolgimento, il dosaggio insulinico andrebbe ridotto (indicativamente del 30-50%), mentre resta immodificato se l’esercizio è praticato al di fuori del picco d’azione insulinico. Infine, è presumibile che nelle ore che seguono l’attività fisica, il dosaggio di insulina successiva (rapida e/o basale) vada adeguatamente ridotto.
Cordiali saluti.
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