DOMANDA
I GRASSI NON SONO TUTTI UGUALI
"Sento sempre parlare di grassi buoni e grassi cattivi: che cosa si intende? E che cosa c'entrano con il diabete di tipo 2?"
RISPOSTA:
SPECIALISTA: Dott. Luca Montesi SEZIONE: Diabetologo
DATA: 13 Gennaio 2017
Gentile utente, la distinzione tra grassi “cattivi” e “buoni” si basa sulla capacità o meno dei grassi di aumentare o ridurre i livelli di COLESTEROLO LDL (cosiddetto “cattivo”), il che si ripercuote sul RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI.
I GRASSI “CATTIVI”
Sommariamente, sono considerati “cattivi” i GRASSI SATURI, quelli cioè contenuti ad esempio nella carne e nei salumi, nel latte e derivati (burro e formaggi) ed in alcuni oli vegetali (olio di cocco, di palma) ed i GRASSI IDROGENATI O TRANS (margarine, snack dolci o salati, etc).
I GRASSI “BUONI”
Sono considerati “buoni” i GRASSI MONOINSATURI, contenuti negli oli vegetali, soprattutto nell’olio di oliva, olio di semi vari, di girasole, etc. e i GRASSI POLINSATURI (che comprendono gli omega-3 e gli omega-6), contenuti soprattutto nel pesce, nell’olio di pesce, nella frutta secca ed in alcuni oli vegetali (di semi di lino, di nocciole, etc).
CONTENUTO DI CALORIE
Resta naturalmente inteso che il contenuto calorico dei grassi è il medesimo (9 Kcal a grammo) sia per i grassi “buoni” che per quelli “cattivi”.
CONSUMO DI GRASSI E DIABETE
Nel diabete, l’importanza di ridurre l’apporto alimentare dei GRASSI SATURI (< 8-10% delle calorie giornaliere totali) a favore dei MONO-INSATURI (10-20% delle calorie giornaliere totali) e POLI-INSATURI (5-10% delle calorie giornaliere totali) assume un ruolo di primo piano proprio perché la patologia stessa espone ad un più alto rischio di malattia cardiovascolare, il che comporta un attento controllo e/o riduzione/abolizione degli altri fattori di rischio cardiovascolare (grassi, fumo di sigaretta, ipertensione arteriosa/sedentarietà).
Cordiali saluti.

NB. Le risposte e le informazioni fornite dal servizio di consulenza.diabete.com sono di carattere generale e non intendono in alcun modo sostituire il parere, il consiglio, il trattamento o le raccomandazioni espresse dai medici e dai professionisti da cui è in cura l’utente ai quali si rimanda per un consiglio personalizzato e per una visita dedicata.
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